Sepoltura o cremazione? Vi racconto la storia di mio nonno

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Sepoltura o cremazione Vi racconto la storia di mio nonno

Da molti anni ormai mio nonno soffriva di una malattia tanto lenta quanto debilitante. Effettivamente non ho molti ricordi di lui in salute, sin da piccolo lo vedevo con il bastone e già allora si affaticava a camminare. Però, anche se malato, non si stancava mai di camminare e di portarci sull’orto per raccontarci le sue storie di gioventù. Come fosse scampato alla guerra lo sapeva solo lui ma ci diceva sempre una frase: “Bambini ricordate che la guerra è brutta, ma la malattia ancora di più. Quando non ci sarò più qua in terra vorrei essere ricordato per chi ero e che il mio corpo rimanga qua, su questo suolo”.
E così passarono le stagioni e il nonno a piano a piano se ne andò. Mettendo da parte la tristezza per la sua scomparsa i miei genitori decisero di parlare con il gestore dell’agenzia funebre del paese per accordarsi sulle varie faccende legali e più precisamente per la sepoltura. Ci fu detto dal gestore che scegliere tra la sepoltura o cremazione non era un problema. Certamente, la cremazione non era nei piani ma informarsi non nuoce mai quindi passammo svariato tempo a discutere su quale metodo fosse il migliore per conservare il ricordo del nonno senza rovinarne i desideri terreni.Innanzitutto vi è un fattore molto importante: quello religioso.

 

Il rito della sepoltura

La pratica della sepoltura nel cattolicesimo è di sicuro la più usata e quella che più si addice ad un credente. Nella Bibbia non vi è alcun riferimento esplicito all’obbligo di seppellire i propri cari ma è diventato pratica comune farlo per simboleggiare un futuro risveglio dai morti proprio come, secondo gli antichi scritti, fece Gesù. Perciò la Chiesa cattolica ha sempre preferito l’inumazione dei defunti rispetto ad altre pratiche definite pagane. Stando sempre in tema religioso, anche nell’Islamismo vi è la pratica comune di seppellire i morti e, a differenza del Cristianesimo, è perfino vietato l’atto della cremazione.

Il rito della cremazione

In secondo luogo bisogna anche considerare la cremazione come atto ultimo. Questa prevede che il defunto venga cremato, ossia che venga incenerito. Questa pratica ha la particolarità che le ossa non diventano completamente cenere e quindi possono essere sminuzzate in una sottile polvere. Questa poi in genere viene sistemata in un’apposita urna che può sia essere tenuta dai familiari come ricordo del caro sia seppellita, esattamente come la più tradizionale sepoltura. Inoltre in questo modo, le ceneri del defunto possono essere liberate, a discrezione dell’ultimo o dei suoi cari, in un luogo di particolare importanza sentimentale.
L’unica pecca negativa di questa pratica è che, in Italia, non è ancora molto diffusa (si parla di circa il 10%) e quindi i luoghi nei quali poter effettuare questa attività sono principalmente limitati al nord Italia, in città come Milano, Torino dove invece si supera il 50%.

Dunque, quando i miei genitori si sono ritrovati a dover scegliere tra sepoltura o cremazione, considerati tutti questi aspetti, dopo una discreta ma professionale chiacchierata con il gestore delle onoranze funebri gammone, hanno optato comunque per dare al nonno una sepoltura tradizionale e di lasciare che sia la natura a fare il suo corso.