Riassunto: Dopo averlo fatto accomodare in casa sua, Anna non mancò di mostrarsi per quella che era, una splendida ragazza amante della spontaneità e della vita.
Dopo esserci dati appuntamento per il venerdì pomeriggio seguente, ancora non sapevo che cosa mi avrebbe riservato quella giornata con Anna: ci eravamo visti già tante volte, prima di quell’occasione, ma sempre con altre persone e, quindi, senza che potessimo conoscerci meglio. Mi ero fatto un’idea tutta particolare di lei: la vedevo ancora come la ragazza semplice ed ingenua, e non immaginavo in alcun modo che, avendomi chiesto una mano per sistemare un mobile a casa sua, in realtà, avesse in mente anche qualcos’altro di più piacevole e interessante per entrambi. Quindi giunse quel venerdì: dopo aver preparato in anticipato la mia cassetta degli attrezzi, mi sopraggiunse come il dubbio che Anna potesse essersi dimenticata del nostro appuntamento. Così decisi di chiamarla: il suo cellulare squillò a vuoto per un paio di volte e, poi, alla terza mi rispose. Dalle prime parole che disse, mi parve quasi ovvio che si fosse dimenticata del nostro appuntamento: ma poi, aggiunse che in realtà stava scherzando, e che mi attendeva nel porticato di casa. Quel pomeriggio, Anna era davvero allegra: sempre impeccabile nel suo outfit aggressivo – con quei leggings di pelle nera e quella maglietta non lunga abbastanza da metterla al riparo dalle mie fantasie sul suo lato b – era anche entusiasta del fatto che le stessi per dare una mano a risolvere il problema con il mobile del frigo, l’unico neo in una casa che altrimenti si presentava davvero impeccabile.
Dopo avermi offerto da bere, mi mostrò il problema: si trattava semplicemente di una cerniera allentata, ma per lei, era qualcosa di indecifrabile, perché come mi disse, non aveva proprio alcuna manualità con questo tipo di lavori. Quindi dopo aver sganciato la porta del frigo dall’anta del mobile, cambiai la cerniera e risistemai anche l’elettrodomestico: era tutto a posto, ma dovevo accertarmi dell’efficacia della riparazione. Anna, nel frattempo, si aggirava per la cucina sistemando un paio di cose e, nel fare i suoi movimenti, mi sembrava quasi che sculettasse leggermente, quasi come a volersi mostrare un po’ più provocante di quanto non potesse sembrare: e vederla muoversi in quel modo, mi fece davvero eccitare, quasi come se fossi diventato all’improvviso protagonista di uno di quei racconti erotici di amici che diventano amanti. Tra un gesto e l’altro, mentre si spostava da una parte all’altra in cucina, i miei occhi seguivano i suoi movimenti e, furtivamente, cercavo di ammirare quel bel fondoschiena e quelle gambe, che mi tentavano in modo particolare, sebbene ad essere anche provocante erano pure le sue tette, ben sviluppate e racchiuso in quel reggiseno esplosivo, che regalava alla mia vista un vero spettacolo.
Anna si accorse delle mie occhiate e, quando finalmente terminai il mio compito, sorridendo, mi guardò e mi chiese se avevo apprezzato quelle sue movenze, così erotiche e volutamente eccitanti, che lei aveva fatto – mi svelò – per invogliarmi a lavorare meglio, per restare più a lungo con lei e, soprattutto, perché pure lei provava un’attrazione nei miei confronti, sebbene non me l’avesse mai confidato. Mi avvicinai a lei, e dopo averle accarezzato i capelli e il volto, sfiorai le sue labbra, e la strinsi a me: sentii le sue tette sul mio petto, e poi, quelle braccia delicate e setose, con le sue mani che si muovevano alla ricerca di me. Continuammo a baciarci e, poi, le mie mani scivolarono sul suo seno, stringendolo, e quindi, le sfilai il reggiseno, desideroso, e pochi istanti dopo baciai i suoi capezzoli e mi lasciai andare oltre, succhiandoli e affondandomi il mio viso in quel luogo così caldo ed accogliente.
Anna mi lasciò fare ancora, ma poi, mentre la mia bocca scivolava sul suo ventre, mi fermò e mi disse di rialzarmi: mi baciò nuovamente e mi strinse a lei, ricominciando quella danza della seduzione che non avrebbe mai conosciuto fine…